Patologia
Le metastasi cerebrali e spinali, così come le metastasi leptomeningee, rappresentano i tumori secondari più frequenti del sistema nervoso. Si tratta di lesioni che non originano dalle cellule nervose, ma si sviluppano a seguito della diffusione di cellule tumorali provenienti da altri organi, come polmone, mammella, rene o melanomi. Queste cellule migrano attraverso il sangue o il liquido cerebrospinale e si insediano nel cervello, nel midollo spinale o nelle leptomeningi (le membrane che rivestono cervello e midollo).
Nella maggior parte dei casi le metastasi si localizzano negli emisferi cerebrali, più raramente nel cervelletto o nel tronco encefalico.
La comparsa può avvenire in momenti diversi: talvolta insieme alla diagnosi del tumore primario, altre volte mesi o anni dopo il suo trattamento.
I numeri in Italia
Nel 2024, secondo AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia i tumori del sistema nervoso centrale hanno registrato circa 6.126 nuove diagnosi (3.480 uomini e 2.644 donne).
Gestione multidisciplinare
All’Istituto di Candiolo, la gestione delle metastasi del sistema nervoso è coordinata dal Gruppo Interdisciplinare Cure (GIC). Il team include oncologi medici, neurochirurghi, radioterapisti, neurologi, anestesisti e specialisti riabilitativi. Questo approccio consente di valutare ogni caso singolarmente, scegliendo il percorso terapeutico più adatto, che può includere chirurgia, radioterapia, terapie farmacologiche mirate, chemioterapia o terapie di supporto. Grazie ai progressi nelle terapie, la prognosi delle metastasi cerebrali, spinali e leptomeningee è migliorata significativamente negli ultimi anni, permettendo un controllo più efficace della malattia e una migliore qualità di vita per i pazienti.
Sintomi
I sintomi variano in base alla sede della metastasi:
- cervello: mal di testa, nausea, vomito, disturbi visivi, alterazioni cognitive o motorie, crisi epilettiche;
- midollo spinale: dolore lungo la colonna, debolezza muscolare, difficoltà a camminare, alterazioni della sensibilità, problemi alla funzione intestinale o urinaria;
- leptomeningi: sintomi diffusi che possono comprendere mal di testa, rigidità del collo, nausea, deficit neurologici multifocali.
Fattori di rischio
Le metastasi del sistema nervoso colpiscono dal 20 al 40% dei pazienti oncologici sopravvissuti alla malattia primaria. In più della metà dei casi, le lesioni sono multiple. L’incidenza di questi tumori è aumentata nel tempo grazie a diagnostica più accurata e a migliori trattamenti dei tumori primari, che hanno allungato la sopravvivenza dei pazienti, aumentando così la probabilità di sviluppare metastasi secondarie cerebrali o spinali.
Diagnosi ed esami
I pazienti che afferiscono al programma multidisciplinare sono pazienti con tumore solido o ematologico che presentano sintomi/segni neurologici. Il percorso diagnostico può comprendere i seguenti esami:
Risonanza Magnetica
L’esame di prima scelta è una Risonanza magnetica senza e con mezzo di contrasto che, a seconda della presunta sede della/e lesione/i su base clinica, sarà centrata sul cranio (sospette metastasi cerebrali) o sulla colonna (sospette metastasi vertebrali o midollari).
Nel caso il sospetto clinico sulla base di deficit di nervi cranici o radicolari spinali sia di metastasi leptomeningee la risonanza magnetica deve includere lo studio sia dell’encefalo che del midollo (cioè studio delle meningi di tutto SNC).
TC
La sola TC con mezzo di contrasto non è sufficiente per valutare le metastasi di piccole dimensioni o localizzate nel tronco encefalico, né per rilevare lesioni nodulari o lineari sulle leptomeningi, in particolare a livello del cervelletto e del midollo spinale.
PET
La PET cerebrale è particolarmente utile per distinguere tra radionecrosi e recidiva tumorale dopo trattamenti di radiochirurgia.
La PET total body, invece, viene impiegata nella stadiazione della malattia a livello sistemico e risulta fondamentale soprattutto prima di decidere l’accesso a terapie locali come la radioterapia o la neurochirurgia.
Rachicentesi
Terapie
Neurochirurgia
La resezione chirurgica delle metastasi del sistema nervoso centrale rappresenta un intervento strategico in specifiche situazioni.
Per le metastasi cerebrali singole, di dimensioni superiori a 3 cm o localizzate nella fossa posteriore con effetto massa, l’intervento mira a ridurre la pressione sulle strutture cerebrali, alleviare i sintomi neurologici e consentire la riduzione o sospensione della terapia steroidea. In alcuni casi selezionati, la chirurgia può essere valutata anche per lesioni di dimensioni comprese tra 2 e 3 cm, previa discussione multidisciplinare.
La resezione ha inoltre un valore prognostico quando la metastasi è solitaria, in assenza di malattia sistemica attiva o quando quest’ultima è completamente controllata.
Nel caso di metastasi cerebrali multiple, l’asportazione della lesione più grande, edemigena o sintomatica può essere indicata a scopo palliativo prima di iniziare trattamenti non chirurgici. La risonanza magnetica postoperatoria è fondamentale per verificare l’eventuale residuo tumorale.
Per le metastasi leptomeningee, il ricorso alla neurochirurgia è limitato e viene considerato principalmente nei casi di idrocefalo secondario sintomatico, al fine di posizionare una derivazione liquorale e alleviare la pressione intracranica.
Oncologia medica
Nei pazienti con metastasi cerebrali, il trattamento farmacologico viene pianificato considerando le caratteristiche molecolari e istologiche del tumore originario e le terapie già somministrate in precedenza.
Un aspetto fondamentale è la collaborazione con il radioterapista, necessaria per definire tempi e modalità di eventuale combinazione con la radioterapia.
Quando una metastasi cerebrale viene rimossa chirurgicamente, è utile rivalutare il profilo molecolare del tumore, così da personalizzare al meglio eventuali terapie mirate post-operatorie.
Per le metastasi leptomeningee, le opzioni terapeutiche possono includere trattamenti sistemici o somministrati direttamente nel liquor (terapia intratecale), sempre dopo un’attenta valutazione da parte del gruppo multidisciplinare.
Radioterapia
La radioterapia per le metastasi cerebrali può avere diversi obiettivi: aiutare dopo l’intervento chirurgico, tentare di eliminare completamente la malattia o alleviare i sintomi nei casi più diffusi.
Radioterapia dopo l’intervento chirurgico (adiuvante): viene eseguita dopo l’asportazione del tumore per “pulire” il letto chirurgico e ridurre il rischio che la malattia ritorni. Le tecniche più utilizzate, come la radioterapia stereotassica o a intensità modulata (VMAT), permettono di colpire con precisione la zona interessata, risparmiando il più possibile il tessuto sano del cervello.
Radioterapia radicale: ha lo scopo di eliminare completamente la metastasi. Può essere fatta in una sola seduta (radiochirurgia) o in poche sedute frazionate, di solito fino a cinque, in base alla dimensione e alla posizione della lesione.
Radioterapia palliativa (panencefalica): quando le metastasi sono diffuse in tutto il cervello, la radioterapia viene applicata su tutto l’encefalo per ridurre i sintomi e aiutare a mantenere la qualità della vita. In alcuni pazienti selezionati, con buone condizioni generali e carico di malattia limitato, si possono usare tecniche speciali come l’Hippocampal sparing, che proteggono l’ippocampo, una parte del cervello importante per la memoria a lungo termine.
Questo approccio permette di trattare la malattia in modo efficace, riducendo al minimo i possibili effetti collaterali sul tessuto cerebrale sano.
Terapia di supporto
Nel caso di metastasi cerebrali gli steroidi, in particolare il desametasone (da 4 a 16 mg/die in base alla gravità dei sintomi neurologici) sono indicati per il controllo dell’edema cerebrale.
L’eventuale uso profilattico in pazienti asintomatici che devono intraprendere una radiochirurgia è a discrezione del radioterapista.
Nel caso di metastasi leptomeningee gli steroidi sono in genere poco utili, mentre hanno un migliore effetto palliativo sui sintomi gli antinfiammatori non steroidei, anche ad alte dosi.
Una terapia antiepilettica è richiesta nel caso i pazienti abbiano presentato crisi epilettiche.
Supporto continuativo
Presso il nostro Istituto garantiamo un supporto costante prima, durante e dopo le cure, per accompagnare ogni paziente lungo tutto il percorso di trattamento e recupero.
Gestione effetti collaterali
Le cure per le metastasi encefaliche comportano spesso effetti collaterali che impattano più o meno pesantemente sulla qualità di vita. Si possono però attenuare e in alcuni casi prevenire con trattamenti specifici e/o con un adeguato stile di vita.
All’Istituto di Candiolo i medici e gli infermieri del team multidisciplinare sono a disposizione del paziente per fornirgli tutto il supporto necessario a gestire i diversi effetti collaterali che dovrà affrontare nel percorso di cura.
Supporto psicologico
L’impatto del tumore nella vita di una persona riguarda anche la sfera psicologica: ammalarsi di cancro infatti è sempre un avvenimento traumatico che investe tutte le dimensioni della persona e che può generare ansia, paura, rabbia, depressione.
All’Istituto di Candiolo, accanto alle terapie d’avanguardia, il percorso terapeutico e assistenziale comprende sempre un supporto psico-oncologico qualificato che aiuta il paziente ad affrontare positivamente non solo le cure ma anche la delicata fase di recupero fisico e psicologico.
È possibile partecipare anche a gruppi di sostegno psicologico per confrontarsi con altre persone che hanno vissuto o vivono la stessa esperienza.
Linea diretta con gli specialisti
Per garantire un supporto tempestivo e diretto e ricevere risposte tempestive a dubbi e domande, all’Istituto di Candiolo è attivo un servizio di assistenza dedicato a tutti i pazienti.
Dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00, è possibile contattare la segreteria del Day Hospital oncologico al numero 011.993.3775, segnalando la necessità di un consulto urgente.
Il paziente verrà rapidamente messo in contatto con il proprio medico specialista, per ricevere risposte chiare e un supporto immediato.
Cure continue e cure palliative
Il paziente oncologico è una persona con bisogni complessi che richiede un supporto multidisciplinare non solo per la malattia tumorale, ma anche per tutte le problematiche correlate.
All’Istituto di Candiolo, i pazienti che lo necessitano o lo richiedono possono accedere a specialisti in diverse aree per ricevere supporto nutrizionale, fisioterapia, terapia del dolore e gestione di altre patologie associate.
Assistenza sociale
Il Servizio Sociale dell’Istituto di Candiolo effettua colloqui di informazione e orientamento ai pazienti e ai loro familiari su come accedere ai servizi del territorio e su come ottenere le prestazioni assistenziali e previdenziali previste dalla legge (invalidità, agevolazioni per ausili e protesi, congedi lavorativi ecc.).
Il servizio è attivo il mercoledì e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00 (telefono: 011 9933059).
Follow up
Il follow-up dopo le terapie si basa principalmente sull’esecuzione di risonanze magnetiche periodiche, generalmente ogni 3-4 mesi, per monitorare l’andamento della malattia ed eventualmente intercettare precocemente segni di ripresa.
Nel caso delle metastasi leptomeningee, oltre alla risonanza magnetica, può essere necessario eseguire la rachicentesi, ossia il prelievo di liquido cerebrospinale. La frequenza di questo esame non è fissa, ma viene stabilita dagli specialisti in base alla situazione clinica e all’evoluzione della malattia.
Gruppo Interdisciplinare
Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.
Divisioni cliniche
Il percorso diagnostico-terapeutico delle metastasi del sistema nervoso a Candiolo, molto raramente di pertinenza neurochirurgica, viene trattato prevalentemente con un approccio radioterapico e farmacologico, e può richiedere l’intervento di specialisti diversi a seconda dell’organo colpito. Le divisioni cliniche coinvolte sono:
Studi clinici
Sono attivi diversi progetti di ricerca dedicati sia alle metastasi cerebrali sia a quelle leptomeningee. Tra questi rientrano anche studi innovativi sulla biopsia liquida, una tecnica che permette di analizzare nel sangue o nel liquido cerebrospinale la presenza di materiale genetico rilasciato dalle cellule tumorali. Questo approccio potrebbe in futuro facilitare una diagnosi più precoce, il monitoraggio della malattia e una scelta sempre più mirata delle terapie.
In casi selezionati, i pazienti possono inoltre avere l’opportunità di partecipare a trial clinici che mirano a valutare l’efficacia e la sicurezza di nuove tecniche chirurgiche, farmaci o approcci terapeutici innovativi. La partecipazione a questi studi rappresenta una possibilità importante per accedere a trattamenti all’avanguardia, sempre sotto attento controllo medico.
Perché sceglierci
All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente affetto da metastasi del sistema nervoso centrale è seguito secondo canoni di altissima specializzazione, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato.
Esperienza clinica e approccio su misura
Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico di questi tumori. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico di ciascun paziente.
Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata
La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.
Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare le caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche
Chirurgia mininvasiva e multidisciplinarietà
Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.
Ricerca clinica e accesso ai trial
In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica un’importante missione verso la ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.
Cura e supporto in ogni fase del percorso
Il Gruppo Interdisciplinare di Cura assiste il paziente in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.