Patologia
Il tumore esofageo è una neoplasia rara, classificata all’8° posto per incidenza a livello mondiale, ma si presenta come una patologia complessa. Colpisce più frequentemente gli uomini e le persone con età superiore ai 60 anni. Si sviluppa quando le cellule che rivestono l’esofago subiscono mutazioni e iniziano a moltiplicarsi in modo incontrollato. Nella maggior parte dei casi, l’origine del tumore è riconducibile alla mucosa dell’esofago o alle ghiandole presenti al suo interno; più raramente, può svilupparsi a partire dallo strato muscolare.
Le forme più comuni di tumore esofageo sono:
- Carcinoma squamoso, più legato al consumo di alcol e fumo, con una maggiore incidenza in specifiche aree geografiche
- Adenocarcinoma, frequentemente associato al reflusso gastroesofageo e all’obesità
I numeri in Italia
Secondo gli ultimi dati del registro AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), nel 2022 il tumore dell’esofago ha registrato circa 2.480 nuove diagnosi (1.740 uomini e 740 donne).
Fattori di rischio
I fattori di rischio specifici variano in relazione alle diverse aree geografiche di provenienza. I fattori di rischio più comunemente riscontrati in Europa sono:
- fumo e alcol
- obesità
- reflusso gastro-esofageo
- esofago di Barrett
- l’ingestione di prodotti caustici, con conseguente ustione, può portare, in alcuni casi, allo sviluppo del tumore nei decenni successivi.
Sintomi
I sintomi iniziali possono essere lievi o assenti. Quando presenti, si tratta spesso di sintomi non specifici per il tumore esofageo poiché causati anche da altre condizioni. Quindi, in presenza di questi sintomi, sarà il medico che valuterà se richiedere un approfondimento con eventuali ulteriori esami come le analisi del sangue ed eventualmente una visita gastroenterologica con esofagogastroduodenoscopia.
I sintomi più comuni includono:
- Difficoltà a deglutire (disfagia)
- Perdita di peso non intenzionale
- Tosse e vomito con emissione di sangue
- Rigurgiti, raucedine, tosse persistente
- Dolore toracico o retrosternale
Diagnosi ed esami
La diagnosi precoce del tumore dell’esofago è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione e migliorare la prognosi del paziente.
Esofagogastroduodenoscopia
L’Esofagogastroduodenoscopia (EGDS) è un esame fondamentale per la diagnosi del tumore dell’esofago. Consiste nell’introduzione di un sottile tubo flessibile con una telecamera all’estremità (endoscopio) attraverso la bocca per visualizzare direttamente l’esofago. Durante l’endoscopia è possibile prelevare campioni di tessuto (biopsia) per l’esame istologico.
Esami radiologici
Le radiografie del torace e dell’addome con lo studio del transito e la tomografia computerizzata (TC) possono fornire immagini dettagliate dell’esofago e delle strutture circostanti per valutare l’estensione del tumore.
Ecoendoscopia
Questa procedura combina l’endoscopia con l’ultrasuono per ottenere immagini ad alta risoluzione delle pareti dell’esofago e dei linfonodi circostanti.
Tomografia a emissione di positroni (PET)
Questo esame fornisce informazioni sulla capacità del tumore di captare glucosio marcato e consente di localizzare con maggiore sicurezza le sedi e l’estensione della malattia, a volta dubbie dopo l’esecuzione della TC.
Broncoscopia
Si tratta di un esame endoscopico delle vie aeree (trachea e bronchi) e serve per valutare, in casi selezionati, un coinvolgimento diretto di tali strutture da parte della neoplasia esofagea.
Visita otorinolaringoiatrica
Serve per escludere nei carcinomi squamosi dell’esofago eventuali tumori sincroni del cavo orale che trovano, nel fumo di sigaretta e nell’assunzione di alcolici, gli stessi agenti favorenti l’insorgenza della malattia esofagea.
Esami di laboratorio
Gli esami del sangue possono fornire informazioni sullo stato di salute generale del paziente e valutare la funzionalità degli organi. Vengono, inoltre, dosati i marcatori tumorali, ovvero CEA e Ca19.9: non sono specifici per il tumore dell’esofago e possono essere rilevati anche in altre condizioni; possono, pertanto, essere utilizzati come un indicatore generale di attività tumorale, ma non come un test diagnostico definitivo per il tumore dell’esofago.
Esame istologico
L’esame istologico è un processo in cui un patologo esamina attentamente i campioni prelevati durante un’endoscopia al microscopio per identificare eventuali anomalie cellulari che possano indicare la presenza di un tumore dell’esofago. Vengono, quindi, definiti:
- il tipo di tumore (adenocarcinoma o carcinoma squamoso);
- il “grado istologico” o grading: descrive l’aspetto delle cellule tumorali al microscopio ed indica il grado di differenziazione cellulare e la rapidità con cui possono crescere;
- i biomarcatori, ossia la valutazione con tecniche di immunoistochimica dell’espressione di proteine sulle cellule tumorali presenti sulla biopsia che rappresentano un fattore prognostico e/o predittivo di risposta (es PDL1, HER2 solo in casi selezionati).
Stadiazione
La stadiazione del tumore dell’esofago è essenziale per determinare l’estensione della malattia e pianificare il trattamento. Utilizzando i risultati degli esami diagnostici, viene attribuito uno stadio al tumore, come lo stadio 0 (carcinoma in situ) fino allo stadio IV (diffusione a distanza). Nello specifico:
Trattamento endoscopico
Il trattamento endoscopico viene spesso considerato per i tumori precoci dell’esofago, in particolare per il carcinoma in situ o i tumori superficiali. Queste opzioni terapeutiche includono:
- la Resezione Endoscopica della mucosa (EMR): è una procedura endoscopica che consente di rimuovere lesioni superficiali o precancerose dell’esofago senza la necessità di un intervento chirurgico aperto;
- la Dissezione Endoscopica stesa alla sottomucosa (ESD): è una tecnica endoscopica avanzata che consente di rimuovere tumori più grandi e invasivi, che si estendono alla sottomucosa dell’esofago.
Trattamento chirurgico
L’approccio chirurgico si basa sull’esofagectomia, ovvero l’asportazione chirurgica parziale o totale dell’esofago. Può essere eseguita tramite un’incisione tradizionale (chirurgia a cielo aperto) o mediante un approccio mini-invasivo (laparo/toracoscopico o robotico). In base alla sede della neoplasia l’intervento può richiedere un approccio addominale, toracico e talora anche cervicale.
Essendo un intervento molto complesso è fondamentale identificare i pazienti che possono tollerare questa procedura ed eseguire un’adeguata preparazione all’intervento chirurgico. Per tali ragioni l’esofagectomia viene eseguita solo in centri con équipe multidisciplinari di esperienza ed in centri che effettuano un alto numero di tali procedure all’anno.
In seguito all’asportazione del tratto di esofago interessato dalla neoplasia, è necessario ricostruire il tratto esofageo mediante l’utilizzo di una porzione di stomaco (anastomosi esofago-gastrica) o un altro tratto intestinale. Durante l’esofagectomia, viene eseguita anche la rimozione dei linfonodi regionali per valutare l’estensione del tumore e ridurre il rischio di diffusione metastatica.
Chemioterapia
La chemioterapia può essere utilizzata in diversi contesti nel trattamento del tumore dell’esofago, inclusi:
-
- trattamento neoadiuvante: viene somministrata prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore e aumentare le possibilità di successo del trattamento;
-
- trattamento adiuvante: viene eseguita dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva;
-
- trattamento perioperatorio: viene somministrata prima e dopo l’intervento;
-
- trattamento palliativo: quando il tumore si è diffuso in altri organi, quindi è metastatico, per alleviare i sintomi della malattia, migliorare la qualità di vita e prolungare la sopravvivenza.
Radioterapia
La radioterapia utilizza raggi ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Nel trattamento del tumore dell’esofago, la radioterapia può essere utilizzata in associazione alla chemioterapia come trattamento neoadiuvante prima dell’intervento chirurgico, in modo da ridurre la massa tumorale o come trattamento adiuvante postchirurgico per ridurre il rischio di recidiva locale.
In caso di lesioni tumorali inoperabili la radioterapia può essere utilizzata da sola o in associazione alla chemioterapia con finalità radicale.
Nei pazienti con tumori esofagei localmente avanzati può essere utilizzata anche con finalità palliativa per ridurre l’eventuale sintomatologia algica o disfagica.
Terapie
Il trattamento del tumore dell’esofago coinvolge diverse modalità terapeutiche, che possono essere utilizzate singolarmente o in combinazione, a seconda dello stadio del tumore, delle caratteristiche del paziente e delle condizioni cliniche.
Trattamento endoscopico
Il trattamento endoscopico viene spesso considerato per i tumori precoci dell’esofago, in particolare per il carcinoma in situ o i tumori superficiali. Queste opzioni terapeutiche includono:
- la Resezione Endoscopica della mucosa (EMR): è una procedura endoscopica che consente di rimuovere lesioni superficiali o precancerose dell’esofago senza la necessità di un intervento chirurgico aperto;
- la Dissezione Endoscopica stesa alla sottomucosa (ESD): è una tecnica endoscopica avanzata che consente di rimuovere tumori più grandi e invasivi, che si estendono alla sottomucosa dell’esofago.
Trattamento chirurgico
L’approccio chirurgico si basa sull’esofagectomia, ovvero l’asportazione chirurgica parziale o totale dell’esofago. Può essere eseguita tramite un’incisione tradizionale (chirurgia a cielo aperto) o mediante un approccio mini-invasivo (laparo/toracoscopico o robotico). In base alla sede della neoplasia l’intervento può richiedere un approccio addominale, toracico e talora anche cervicale.
Essendo un intervento molto complesso è fondamentale identificare i pazienti che possono tollerare questa procedura ed eseguire un’adeguata preparazione all’intervento chirurgico. Per tali ragioni l’esofagectomia viene eseguita solo in centri con équipe multidisciplinari di esperienza ed in centri che effettuano un alto numero di tali procedure all’anno.
In seguito all’asportazione del tratto di esofago interessato dalla neoplasia, è necessario ricostruire il tratto esofageo mediante l’utilizzo di una porzione di stomaco (anastomosi esofago-gastrica) o un altro tratto intestinale. Durante l’esofagectomia, viene eseguita anche la rimozione dei linfonodi regionali per valutare l’estensione del tumore e ridurre il rischio di diffusione metastatica.
Chemioterapia
La chemioterapia può essere utilizzata in diversi contesti nel trattamento del tumore dell’esofago, inclusi:
-
- trattamento neoadiuvante: viene somministrata prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore e aumentare le possibilità di successo del trattamento;
-
- trattamento adiuvante: viene eseguita dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva;
-
- trattamento perioperatorio: viene somministrata prima e dopo l’intervento;
-
- trattamento palliativo: quando il tumore si è diffuso in altri organi, quindi è metastatico, per alleviare i sintomi della malattia, migliorare la qualità di vita e prolungare la sopravvivenza.
Radioterapia
La radioterapia utilizza raggi ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Nel trattamento del tumore dell’esofago, la radioterapia può essere utilizzata in associazione alla chemioterapia come trattamento neoadiuvante prima dell’intervento chirurgico, in modo da ridurre la massa tumorale o come trattamento adiuvante postchirurgico per ridurre il rischio di recidiva locale.
In caso di lesioni tumorali inoperabili la radioterapia può essere utilizzata da sola o in associazione alla chemioterapia con finalità radicale.
Nei pazienti con tumori esofagei localmente avanzati può essere utilizzata anche con finalità palliativa per ridurre l’eventuale sintomatologia algica o disfagica.
Supporto continuativo
Un supporto costante prima, durante e dopo le cure, per accompagnare ogni paziente lungo tutto il percorso di trattamento e recupero.
Trattamento endoscopico
Il trattamento endoscopico viene spesso considerato per i tumori precoci dell’esofago, in particolare per il carcinoma in situ o i tumori superficiali. Queste opzioni terapeutiche includono:
- la Resezione Endoscopica della mucosa (EMR): è una procedura endoscopica che consente di rimuovere lesioni superficiali o precancerose dell’esofago senza la necessità di un intervento chirurgico aperto;
- la Dissezione Endoscopica stesa alla sottomucosa (ESD): è una tecnica endoscopica avanzata che consente di rimuovere tumori più grandi e invasivi, che si estendono alla sottomucosa dell’esofago.
Trattamento chirurgico
L’approccio chirurgico si basa sull’esofagectomia, ovvero l’asportazione chirurgica parziale o totale dell’esofago. Può essere eseguita tramite un’incisione tradizionale (chirurgia a cielo aperto) o mediante un approccio mini-invasivo (laparo/toracoscopico o robotico). In base alla sede della neoplasia l’intervento può richiedere un approccio addominale, toracico e talora anche cervicale.
Essendo un intervento molto complesso è fondamentale identificare i pazienti che possono tollerare questa procedura ed eseguire un’adeguata preparazione all’intervento chirurgico. Per tali ragioni l’esofagectomia viene eseguita solo in centri con équipe multidisciplinari di esperienza ed in centri che effettuano un alto numero di tali procedure all’anno.
In seguito all’asportazione del tratto di esofago interessato dalla neoplasia, è necessario ricostruire il tratto esofageo mediante l’utilizzo di una porzione di stomaco (anastomosi esofago-gastrica) o un altro tratto intestinale. Durante l’esofagectomia, viene eseguita anche la rimozione dei linfonodi regionali per valutare l’estensione del tumore e ridurre il rischio di diffusione metastatica.
Chemioterapia
La chemioterapia può essere utilizzata in diversi contesti nel trattamento del tumore dell’esofago, inclusi:
-
- trattamento neoadiuvante: viene somministrata prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore e aumentare le possibilità di successo del trattamento;
-
- trattamento adiuvante: viene eseguita dopo la chirurgia per distruggere eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva;
-
- trattamento perioperatorio: viene somministrata prima e dopo l’intervento;
-
- trattamento palliativo: quando il tumore si è diffuso in altri organi, quindi è metastatico, per alleviare i sintomi della malattia, migliorare la qualità di vita e prolungare la sopravvivenza.
Radioterapia
La radioterapia utilizza raggi ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Nel trattamento del tumore dell’esofago, la radioterapia può essere utilizzata in associazione alla chemioterapia come trattamento neoadiuvante prima dell’intervento chirurgico, in modo da ridurre la massa tumorale o come trattamento adiuvante postchirurgico per ridurre il rischio di recidiva locale.
In caso di lesioni tumorali inoperabili la radioterapia può essere utilizzata da sola o in associazione alla chemioterapia con finalità radicale.
Nei pazienti con tumori esofagei localmente avanzati può essere utilizzata anche con finalità palliativa per ridurre l’eventuale sintomatologia algica o disfagica.
Gruppo Interdisciplinare
Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.
Divisioni cliniche
Il percorso diagnostico-terapeutico del tumore dell’esofago a Candiolo coinvolge diverse divisioni cliniche, tra cui:
- Chirurgia oncologica
- Otorinolaringoiatria
- Gastroenterologia ed endoscopia digestiva
- Anestesia e rianimazione
- Day hospital oncologico
- Oncologia medica
- Medicina nucleare
- Radioterapia
- Radiodiagnostica
- Anatomia patologica
Studi clinici
I ricercatori dell’Istituto di Candiolo sono attualmente impegnati in diversi progetti, nazionali e internazionali, sui tumori dell’esofago.
Lo studio GEA è uno studio multicentrico. Si prefigge di esplorare i meccanismi di risposta del tumore gastro-esofageo al trattamento con i cosiddetti farmaci “mirati”. Dopo che il paziente ha fornito un consenso informato, il materiale chirurgico non utilizzato dopo l’analisi istologica viene usato per generare modelli preclinici (xenopazienti), caratterizzati dal punto di vista molecolare, su cui validare combinazioni farmacologiche. Lo scopo è quello di acquisire nuove conoscenze sull’interazione tra il genoma del tumore e l’efficacia della terapia a cui sono sottoposti i pazienti, in modo da comprendere quali possano essere i meccanismi alla base della diversa risposta ai farmaci e della progressione tumorale.
Perché sceglierci
All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente affetto da tumore dell’esofago è seguito in modo altamente specializzato, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato. Questo team è composto da oncologi, chirurghi, gastroenterologi, radioterapisti, nutrizionisti, fisioterapisti e psico-oncologi, che lavorano insieme per costruire un percorso di cura personalizzato, efficace e umano.
Esperienza clinica e approccio su misura
Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico dei tumori dell’esofago. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico e personale di ciascun paziente.
Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata
La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.
Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche.
Tecniche chirurgiche mininvasive e multidisciplinarietà
Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopiche o toracoscopiche), che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.
Ricerca clinica e accesso ai trial
In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica una forte vocazione alla ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.
Cura e supporto in ogni fase del percorso
Il Gruppo Interdisciplinare di Cura si prende cura della persona in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.