Fibromi uterini

Patologia

I miomi uterini, detti anche leiomiomi o fibromi, sono tumori benigni che si sviluppano nella muscolatura liscia dell’utero. Sono caratterizzati da un ipersviluppo delle cellule muscolari lisce e del tessuto connettivo dell’utero.

La loro incidenza varia tra il 20-25% e il 40% nelle donne in età fertile, con differenze legate a fattori come etnia e storia familiare.

La possibilità che un mioma uterino benigno simuli un sarcoma uterino è estremamente rara, stimata intorno allo 0,03%. Il sarcoma uterino è un tumore maligno raro che rappresenta circa il 7% di tutte le neoplasie dell’utero.

Nella maggior parte dei casi, con l’arrivo della menopausa e la conseguente riduzione dei livelli ormonali, i miomi uterini tendono a ridursi di dimensioni, con conseguente attenuazione o scomparsa dei sintomi.

L’Istituto di Candiolo si occupa della diagnosi e del trattamento di questa patologia, con particolare attenzione a due aspetti fondamentali: capire se esiste un rischio che la malattia possa evolvere in tumore maligno e riconoscere precocemente le forme atipiche, che richiedono un intervento tempestivo.

Tipologie

I fibromi possono avere diverse localizzazioni a livello dell’utero:

  • mioma “sottosieroso”, si sviluppa all’esterno dell’utero;
  • mioma “sottomucoso”, si sviluppa all’interno della cavità uterina;
  • mioma “intramurale”; si sviluppa all’interno del muscolo uterino (miometrio).

Sintomi

In alcuni casi i miomi uterini sono asintomatici. In altri, a seconda delle dimensioni, del numero e della loro posizione, i sintomi possono manifestarsi con:

  • dolori addominali, sacrali o lombari;
  • gonfiore addominale;
  • senso di peso pelvico;
  • stitichezza;
  • disturbi della minzione.

Va segnalato inoltre che alcuni fibromi uterini, some quelli sottomucosi, possono causare sanguinamenti genitali di grave entità, oltre che infertilità.

Fattori di rischio

I fattori di rischio per i miomi uterini includono:

  • età: più comuni tra i 40 e i 50 anni;
  • familiarità: rischio aumentato se la madre ha avuto fibromi;
  • etnia: più frequenti nelle donne afroamericane;
  • obesità: indice di massa corporea elevato aumenta il rischio;
  • menarca precoce: inizio delle mestruazioni prima dei 10 anni;
  • nulliparità: assenza di gravidanze;
  • alcol: consumo eccessivo può aumentare il rischio;
  • dieta: elevato consumo di carne rossa e latticini ad alto contenuto di grassi;
  • stress cronico: può contribuire allo sviluppo dei miomi.

Diagnosi ed esami

I miomi uterini vengono spesso scoperti casualmente durante una visita ginecologica di routine.

Per una diagnosi accurata sono fondamentali:

  • Anamnesi dettagliata, che raccoglie i sintomi e le esigenze della paziente;
  • Esame obiettivo ginecologico;
  • Ecografia pelvica, transvaginale e transaddominale, che permette di localizzare i miomi e di valutarne le caratteristiche ecografiche.

In alcuni casi può essere utile eseguire un’isteroscopia diagnostica, un esame minimamente invasivo, rapido ed effettuabile senza anestesia, che consente di osservare direttamente la cavità uterina.

Se le caratteristiche cliniche o ecografiche non sono tipiche e si sospetta una degenerazione maligna, lo specialista può richiedere ulteriori approfondimenti mediante Risonanza Magnetica Nucleare (RMN).

I miomi devono essere distinti da altre condizioni, come l’adenomiosi (endometriosi dell’utero) o altre masse uterine, inclusi i sarcomi, che sono per altro molto rari; la diagnosi certa dei sarcomi viene generalmente effettuata tramite analisi istologica dopo l’intervento chirurgico.

Terapie

Nei casi di piccoli miomi asintomatici, è sufficiente un monitoraggio clinico e strumentale periodico per controllarne dimensioni e caratteristiche.

Quando i fibromi diventano sintomatici o raggiungono dimensioni importanti, le opzioni terapeutiche includono:

Terapia chirurgica

Il trattamento chirurgico è indicata nei casi più complessi o quando i farmaci non sono sufficienti.

Consiste nell’asportazione del mioma (miomectomia) e può essere effettuata per via isteroscopica o più frequentemente laparotomica, in base a localizzazione, dimensioni, numero dei fibromi, età della paziente e suo desiderio riproduttivo.

In caso la paziente avesse esaurito il suo desiderio riproduttivo può essere eseguito l’intervento di asportazione dell’utero e delle tube a scopo profilattico (isterectomia e salpingectomia/annessiectomia) che può essere eseguito per via laparoscopica o laparotomica a seconda della storia clinica della paziente e delle dimensioni dell’utero.

In casi selezionati è possibile eseguire l’embolizzazione delle arterie uterine procedura mininvasiva che permette di occludere con sostanze embolizzanti sotto controllo radiologico in modo selettivo i vasi sanguigni che irrorano l’utero e far regredire i miomi su base ischemica.

Terapia farmacologica

Viene utilizzata principalmente per ridurre l’anemia causata da sanguinamenti abbondanti o preparare la paziente a un eventuale intervento chirurgico.

I farmaci per il trattamento dei miomi uterini includono:

  • Contraccettivi ormonali combinati (COC):

    • somministrazione orale, vaginale o transdermica;

    • aiutano a regolare il ciclo mestruale e a ridurre i sanguinamenti abbondanti.

  • Estro-progestinici:

    • combinano estrogeni e progestinici;

    • possono essere assunti per via orale, vaginale o transdermica;

    • servono a controllare i sintomi mestruali e i sanguinamenti eccessivi.

  • Progestinici:

    • disponibili in formulazioni orali, intrauterine (spirale a lento rilascio) o sottocutanee;

    • possono ridurre i sanguinamenti e il dolore pelvico.

  • Analoghi del GnRH:

    • inibiscono l’attività gonadotropica dell’ipofisi;

    • sopprimono temporaneamente la produzione di ormoni ovarici, creando uno stato reversibile di pseudo-menopausa;

    • utilizzati soprattutto per ridurre le dimensioni dei miomi prima di un intervento chirurgico o per gestire sintomi gravi.

Gruppo Interdisciplinare

Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.

Per quanto concerne i miomi uterini il GIC di riferimento è il GIC TUMORI GINECOLOGICI.

Divisioni cliniche

Il percorso diagnostico-terapeutico dei fibromi uterini a Candiolo coinvolge diverse divisioni cliniche, tra cui:

Studi clinici

I ricercatori dell’Istituto di Candiolo sono attualmente impegnati in diversi progetti, nazionali e internazionali, sulle patologie ginecologiche

I principali riguardano la ricerca clinica e la diagnosi ecografica, diagnosi precoce dei sarcomi uterini e loro differenziazione da miomi. Sono inoltre in atto studi farmacologici e di ormonoterapia.

Perché sceglierci

All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente è seguito secondo canoni di altissima specializzazione, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato.

Esperienza clinica e approccio su misura

Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico dei tumori dell’esofago. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico e personale di ciascun paziente.

Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata

La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.

Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche.

Tecniche chirurgiche mininvasive e multidisciplinarietà

Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopiche o toracoscopiche), che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.

Ricerca clinica e accesso ai trial

In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica una forte vocazione alla ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.

Cura e supporto in ogni fase del percorso

Il Gruppo Interdisciplinare di Cura si prende cura della persona in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.