Tumori dell’endometrio

Patologia

Il tumore dell’endometrio è una neoplasia che interessa la mucosa interna dell’utero (l’endometrio) ed è causato dalla proliferazione incontrollata delle cellule dell’endometrio con trasformazione in cellule maligne. È tra i tumori ginecologici più frequenti, soprattutto nelle donne dopo la menopausa, ma può presentarsi anche in età fertile.

Tipologie

Per decenni si è parlato di due forme distinte di tumore dell’endometrio: 

  • Tipo 1: tumore endometrioide, estrogeno-dipendente, a prognosi migliore;
  • Tipo 2: tumore a istotipi rari (sieroso, cellule chiare, mucinoso, indifferenziato), non correlato alla produzione di estrogeni e con un comportamento più aggressivo.

Negli ultimi anni la classificazione si è evoluta includendo anche il profilo molecolare del tumore.
Questo approccio si basa sull’analisi di biomolecole espresse dal tumore e consente di suddividere i tumori dell’endometrio in quattro gruppi prognosticamente diversi. Permette inoltre di modulare in modo più mirato le terapie adiuvanti in base all’aggressività e al rischio di recidiva.

I numeri in Italia

Nel 2024, secondo il registro AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), il tumore dell’endometrio ha registrato circa 8.652 nuove diagnosi, terza neoplasia più frequente nelle donne nella fascia di età compresa tra i 50 e i 69 anni. 

Sintomi

La maggior parte dei tumori dell’endometrio (circa il 90%) si manifesta con sanguinamento vaginale anomalo, ad esempio dopo la menopausa, oppure in momenti diversi rispetto al normale ciclo mestruale nelle donne in età fertile. Poiché questo sintomo compare spesso già nelle prime fasi della malattia, circa l’80% dei tumori endometriali viene diagnosticato precocemente, quando la neoplasia è ancora confinata all’utero.

Altri segnali, più frequenti nelle fasi avanzate, possono includere:

  • perdite vaginali anomale e maleodoranti;
  • dolori nella zona pelvica o lombare;
  • perdita di peso non legata a dieta o attività fisica;
  • disturbi urinari;
  • alterazioni della funzione intestinale, come stitichezza o diarrea.

Fattori di rischio

Il tumore endometriale di tipo 1 è strettamente legato a un’esposizione eccessiva o prolungata agli estrogeni non bilanciata dal progesterone. Diversi fattori possono aumentare il rischio di svilupparlo:

Fattori legati agli ormoni e al ciclo riproduttivo

    • Iperestrogenismo: eccesso di estrogeni circolanti rispetto al progesterone, comune nelle pazienti obese;

    • inizio precoce del ciclo mestruale o menopausa tardiva, che aumentano il numero complessivo di cicli mestruali e quindi l’esposizione agli estrogeni;

    • assenza di gravidanze, che riduce le fasi di progesterone elevato;

    • terapia ormonale sostitutiva con soli estrogeni, senza l’aggiunta di progesterone.

Al contrario, l’uso della pillola anticoncezionale combinata (estrogeni + progesterone) rappresenta un fattore protettivo.

Fattori metabolici e di stile di vita

    • Obesità: il tessuto adiposo produce estrogeni, alterando il normale equilibrio tra estrogeni e progesterone e aumentando il rischio di tumore endometriale;

    • diabete mellito: condizioni metaboliche che influenzano negativamente l’equilibrio ormonale;

    • ipertensione arteriosa: spesso associata a sindrome metabolica, che include obesità e insulino-resistenza, aumentando il rischio di tumore endometriale.

Fattori legati all’età

Si tratta di un tumore tipico delle pazienti oltre i 50 anni, con maggiore incidenza in età post-menopausale.

Predisposizione genetica e familiare

    • La sindrome di Lynch (malattia ereditaria associata anche al tumore del colon-retto e ad altre neoplasie) aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumore endometriale nel corso della vita (circa 70% rispetto al 3% nella popolazione generale);

    • una storia familiare di tumori dell’endometrio o del colon può indicare un rischio maggiore.

Diagnosi ed esami

Nel nostro Istituto le pazienti possono accedere a:

  • ecografie transvaginali di II livello
  • Centro Integrato di Isteroscopia ed Ecografia, dove ecografia endovaginale e isteroscopia vengono eseguite contemporaneamente per un’analisi completa della patologia endometriale.

Il sospetto del tumore endometriale viene posto quando, durante la visita ginecologica e l’ecografia transvaginale, si riscontra un aumento dello spessore della rima endometriale

Il sospetto diagnostico viene poi confermato con una biopsia endometriale. Questa può essere eseguita con l’isteroscopia diagnostica, uno strumento che permette di visualizzare la cavità endometriale ed eseguire biopsie endometriali per una corretta definizione istologica. 

Una volta diagnosticata la neoplasia dell’endometrio è fondamentale eseguire gli esami strumentali per la stadiazione: ecografia transvaginale eseguita da un operatore esperto (ecografia pelvica endovaginale di II livello), in alcuni casi la Risonanza magnetica (RM della pelvi) e TC torace e addome. L’ecografia transvaginale e la RM della pelvi consentono di valutare localmente l’endometrio, l’infiltrazione tumorale e l’estensione locale della malattia. La TC invece permette di evidenziare l’eventuale presenza di metastasi linfonodali, peritoneali o a distanza. 

Terapie

Opzioni conservative in casi selezionati

In casi selezionati di tumori molto precoci che non hanno ancora infiltrato l’utero, nelle donne in pre-menopausa, non operabili, oppure in giovane età o che desiderano avere figli in futuro, c’è la possibilità di usare un trattamento locale:

  • spirali al progesterone

  • ventuale ablazione endometriale tramite isteroscopia

Questi approcci mirano a far regredire la neoplasia evitando l’intervento chirurgico.

Trattamento chirurgico

Il trattamento standard per il tumore dell’endometrio inizia con l’asportazione chirurgica dell’utero e delle ovaie tramite chirurgia laparoscopica avanzata e chirurgia robotica.

Anche nei casi di malattia avanzata alla diagnosi, il trattamento chirurgico di prima istanza rimane la scelta preferenziale, purché la malattia sia completamente asportabile e la paziente sia idonea dal punto di vista anestesiologico.

In cosa consiste

Mentre in passato il trattamento chirurgico includeva anche la linfoadenectomia pelvica (cioè la rimozione di tutti i linfonodi della pelvi e, in alcuni casi, della regione lomboaortica), oggi questo approccio viene sostituito dalla tecnica del linfonodo sentinella, meno invasiva e con un tasso minore di complicanze.

Questa tecnica consiste nell’individuare e rimuovere solo il primo linfonodo che riceve il drenaggio linfatico dal tumore — il cosiddetto “linfonodo sentinella” — perché è il più probabile punto di arrivo di eventuali cellule tumorali.
Per identificarlo, durante l’intervento si inietta vicino all’utero un tracciante (come il verde di indocianina fluorescente) che consente al chirurgo di visualizzare e asportare solo i linfonodi realmente a rischio. L’analisi di questo linfonodo permette di capire se la malattia si è diffusa senza dover rimuovere tutti i linfonodi, riducendo così il rischio di gonfiore alle gambe (linfedema) e altre complicanze post-operatorie.

Dopo l’intervento e dopo l’analisi della classificazione molecolare del tumore, verranno decise le altre strategie terapeutiche quali la chemioterapia o la radioterapia.

 

Terapie post-chirurgiche

Dopo l’intervento, l’analisi della classificazione molecolare del tumore guida la decisione sulle terapie successive, che possono includere chemioterapia e radioterapia.

Negli ultimi anni, studi sperimentali hanno mostrato l’efficacia dell’immunoterapia in determinati sottogruppi di pazienti.

Supporto continuativo

Presso il nostro Istituto garantiamo un supporto costante prima, durante e dopo le cure, per accompagnare ogni paziente lungo tutto il percorso di trattamento e recupero.

Gestione delle urgenze e degli effetti collaterali 

La paziente oncologica è spesso una paziente fragile, che nel suo percorso di malattia necessita di aiuto e supporto: quando avverte un disturbo, che sia esso legato alla malattia o a un effetto collaterale della terapia, deve poter ricevere il parere di uno specialista in tempi rapidi, attraverso una “corsia preferenziale”.

Per questo motivo, all’Istituto di Candiolo è attivo tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00, un servizio di assistenza: basta telefonare alla segreteria del Day Hospital oncologico (011 993 3775) segnalando la necessità di un consulto urgente e il paziente viene rapidamente contattato dal proprio medico specialista.

Supporto psicologico 

L’impatto del tumore nella vita di una persona riguarda anche la sfera psicologica: ammalarsi di cancro infatti è sempre un avvenimento traumatico che investe tutte le dimensioni della persona e che può generare ansia, paura, rabbia, depressione.

All’Istituto di Candiolo, accanto alle terapie d’avanguardia, il percorso terapeutico e assistenziale comprende sempre un supporto psico-oncologico qualificato che aiuta il paziente ad affrontare positivamente non solo le cure ma anche la delicata fase di recupero fisico e psicologico.

È possibile partecipare anche a gruppi di sostegno psicologico per confrontarsi con altre persone che hanno vissuto o vivono la stessa esperienza.

Linea diretta con gli specialisti

Per garantire un supporto tempestivo e diretto e ricevere risposte tempestive a dubbi e domande, all’Istituto di Candiolo è attivo un servizio di assistenza dedicato a tutti i pazienti.

Dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00, è possibile contattare la segreteria del Day Hospital oncologico al numero 011.993.3775, segnalando la necessità di un consulto urgente.

Il paziente verrà rapidamente messo in contatto con il proprio medico specialista, per ricevere risposte chiare e un supporto immediato.

Cure continue e palliative

Il paziente oncologico è una persona con bisogni complessi che richiede un supporto multidisciplinare non solo per la malattia tumorale, ma anche per tutte le problematiche correlate.

All’Istituto di Candiolo, i pazienti che lo necessitano o lo richiedono possono accedere a specialisti in diverse aree per ricevere supporto nutrizionale, fisioterapia, terapia del dolore e gestione di altre patologie associate.

Assistenza sociale

Il Servizio Sociale dell’Istituto di Candiolo effettua colloqui di informazione e orientamento ai pazienti e ai loro familiari su come accedere ai servizi del territorio e su come ottenere le prestazioni assistenziali e previdenziali previste dalla legge (invalidità, agevolazioni per ausili e protesi, congedi lavorativi ecc.).

Il servizio è attivo il mercoledì e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00 (telefono: 011 9933059).

Follow up

Con la conclusione del percorso di cura inizia il periodo di follow up durante il quale, mediante una serie di esami e di visite, vengono monitorati gli effetti collaterali delle terapie effettuate e la loro efficacia e si valuta il recupero funzionale della paziente.

Le visite di follow up sono importanti soprattutto per intercettare precocemente eventuali recidive, in modo da intervenire con una terapia idonea. Per la paziente sono anche una preziosa occasione di dialogo con il proprio medico specialista.

È lo stesso medico specialista a programmare le visite di controllo, nelle quali vengono valutate le condizioni di salute della paziente e visionati i referti di eventuali esami richiesti.

Gruppo Interdisciplinare

Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.

Divisioni cliniche

Il percorso diagnostico-terapeutico dei tumori dell’endometrio a Candiolo coinvolge diverse divisioni cliniche, tra cui:

Studi clinici

I ricercatori dell’Istituto di Candiolo sono impegnati in numerosi progetti, sia a livello nazionale che internazionale, dedicati allo studio dei tumori ginecologici. Questi studi spaziano dalla ricerca clinica e traslazionale a quella molecolare, includendo numerosi studi clinici sperimentali su nuovi farmaci chemioterapici, oltre a terapie innovative come immunoterapia e ormonoterapia.

Ciò che rende l’Istituto di Candiolo un punto di riferimento nella cura dei tumori endometriali è l’approccio personalizzato basato sulla stratificazione del rischio.

Grazie alla classificazione dei diversi tipi di tumore in categorie di rischio, i medici possono indicare la strategia più adatta a ciascuna paziente: dal semplice follow-up per i tumori a basso rischio, all’ormonoterapia o immunoterapia per i casi a rischio intermedio, fino alla radioterapia e/o chemioterapia per i tumori ad alto rischio. Questo approccio consente di offrire cure mirate ed efficaci, garantendo alle pazienti il trattamento più appropriato per la loro situazione.

Accesso ai trial clinici

In casi selezionati, le pazienti possono inoltre avere l’opportunità di partecipare a trial clinici che mirano a valutare l’efficacia e la sicurezza di nuove tecniche chirurgiche, farmaci o approcci terapeutici innovativi. La partecipazione a questi studi rappresenta una possibilità importante per accedere a trattamenti all’avanguardia, sempre sotto attento controllo medico.

Perché sceglierci

All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente affetta da tumore dell’endometrio è seguita secondo canoni di altissima specializzazione, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato.

Esperienza clinica e approccio su misura

Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico dei tumori dell’esofago. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico e personale di ciascun paziente.

Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata

La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.

Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche.

Tecniche chirurgiche mininvasive e multidisciplinarietà

Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopiche o toracoscopiche), che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.

Ricerca clinica e accesso ai trial

In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica una forte vocazione alla ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.

Cura e supporto in ogni fase del percorso

Il Gruppo Interdisciplinare di Cura si prende cura della persona in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.