Tumori della vescica

Patologia

Il tumore della vescica si origina dalla trasformazione maligna delle cellule della vescica, organo che raccoglie l’urina prima che venga eliminata dal corpo.
Nel 90% dei casi si tratta di tumori uroteliali, cioè che originano dalle cellule dell’urotelio, il tessuto che riveste l’interno delle vie urinarie.

Questo tumore è particolarmente associato al fumo di sigaretta, è più frequente tra i 60 e i 70 anni, e colpisce quasi 4 volte di più gli uomini rispetto alle donne.

I numeri in Italia

Il tumore della vescica rappresenta circa il 7% di tutti i nuovi tumori, risultando la seconda neoplasia più comune in urologia, dopo il tumore della prostata. Nel 2023, secondo il registro AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia il tumore della vescica ha registrato circa 31.016 nuove diagnosi (25.227 uomini e 5.789 donne), rispettivamente l’11,4% e il 3,2 per cento di tutti i tumori incidenti.

Tipologie

  • Il carcinoma uroteliale a cellule di transizione rappresenta circa il 90% di tutti i tumori della vescica. Questo può manifestarsi in forme superficiali (circa due terzi dei casi) o infiltranti (tumori muscolo-infiltranti);
  • Altri tipi, più rari, sono l’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo.

Il comportamento del tumore della vescica può essere variabile, con differenze importanti nell’aggressività, nella possibilità di recidiva e nella diffusione metastatica.

Sintomi

Il tumore della vescica può manifestarsi con sintomi comuni anche ad altre patologie dell’apparato urinario. Tra i segnali più frequenti si riscontrano la presenza di sangue nelle urine (ematuria), spesso accompagnata da coaguli, una sensazione di bruciore o dolore nella zona della vescica, difficoltà o dolore durante la minzione, e un aumento della predisposizione alle infezioni urinarie.

Fattori di rischio

I principali fattori di rischio sono:

  • fumo di sigaretta;
  • esposizione prolungata a sostanze chimiche come ammine aromatiche e nitrosamine, comuni in industrie tessili, dei coloranti, della gomma e del cuoio;
  • precedenti radioterapie nella zona pelvica;
  • uso di farmaci come ciclofosfamide e ifosfamide;
  • infezioni da parassiti come lo Schistosoma haematobium (diffuso soprattutto in Egitto);
  • la dieta gioca un ruolo importante: un consumo elevato di fritture e grassi è legato a un aumento del rischio;
  • esistono evidenze di una predisposizione genetica che può influire nello sviluppo della malattia.

Diagnosi ed esami

Il percorso diagnostico del tumore della vescica inizia di solito con una visita dal medico di famiglia, al quale il paziente riporta il sintomo più frequente: la presenza di sangue nelle urine. Questo sintomo induce il medico a prescrivere, oltre alle analisi del sangue, specifiche analisi delle urine (citologia urinaria) per accertare se contengano cellule tumorali. Il passo successivo è la visita specialistica con l’urologo, il quale valuterà gli esami necessari per completare il percorso diagnostico.

Ecografia

È una tecnica diagnostica che permette di visualizzare su uno schermo e di analizzare parti del corpo umano utilizzando le onde sonore (ultrasuoni) emesse da una particolare sonda. È un esame semplice e non invasivo, che viene effettuato posizionando la sonda sull’addome del paziente.

L’ecografia permette di valutare dimensioni e morfologia della vescica e di distinguere in modo affidabile tra lesioni benigne e maligne. Per ottenere immagini ecografiche soddisfacenti è necessario che la vescica del paziente sia ben distesa e quindi piena di urina.

L’esame si effettua presso la Divisione di Radiodiagnostica e dura in genere una decina di minuti.

Tomografia Computerizzata (TC)

La TC, una tecnica diagnostica che utilizza i raggi X per creare immagini molto dettagliate e tridimensionali di varie zone del corpo, si utilizza per accertare la presenza di un tumore nella vescica e l’eventuale sua diffusione nei linfonodi e in altri organi vicini (per esempio negli ureteri, i canali che collegano i reni alla vescica).

L’esame necessita di un mezzo di contrasto che viene iniettato in vena. Si effettua a digiuno presso la divisione di Radiodiagnostica e ha la durata di circa un quarto d’ora, durante il quale il paziente deve restare il più possibile immobile.

Cistoscopia

È un esame che consente all’urologo di visualizzare direttamente la struttura interna della vescica. Attraverso l’uretra, cioè il canale che porta l’urina all’esterno del corpo, viene introdotta nella vescica una sonda sottile e flessibile, munita di una videocamera, che permette al medico di ispezionare l’interno dell’organo ed eventualmente anche di prelevare campioni sospetti di tessuto (biopsie) che saranno poi analizzati.

L’esame si effettua in ambulatorio e dura pochi minuti.

Esame istologico

Il tumore alla vescica può presentarsi in diversi stadi e con caratteristiche diverse che lo rendono più o meno aggressivo. L’accurata valutazione delle caratteristiche del tumore, svolta dall’anatomopatologo mediante l’esame istologico, è quindi fondamentale per la scelta dell’iter terapeutico più adatto al singolo paziente.

Esaminando al microscopio i tessuti prelevati mediante una biopsia (ambulatoriale o in sala operatoria), l’anatomopatologo identifica il tipo di tumore: nel 75% dei casi il tumore della vescica è di tipo superficiale (carcinoma uroteliale) cioè limitato agli strati più superficiali della vescica, mentre nel 25% dei casi è infiltrante, cioè tende a svilupparsi al di fuori della vescica e a invadere altri organi.

L’anatomopatologo quindi definisce l’aspetto e la modalità di crescita del tumore (papillare o invasivo) e quanto profonda è l’infiltrazione della malattia all’interno della mucosa della vescica. Stabilisce quindi lo stadio e il grado del tumore. 

Stadiazione e grado del tumore

Lo stadio misura le dimensioni del tumore e la sua eventuale diffusione al di fuori della vescica.

  • dallo stadio zero al primo stadio: il tumore è di piccole dimensioni e si è sviluppato solo sulla mucosa, la parte più interna della vescica (tumore superficiale)
  • dal secondo al terzo stadio: le cellule tumorali hanno invaso il rivestimento muscolare della vescica, oppure anche lo strato di tessuto che la circonda (tumore infiltrante)
  • quarto stadio: il tumore è cresciuto al di fuori della vescica e le cellule tumorali hanno invaso i linfonodi e altri organi (tumore metastatico).

Il grado da 1 a 3 misura quanto le cellule tumorali differiscono da quelle normali. Questa differenza è indicativa dell’aggressività della malattia: 

  • Grado 1: cellule simili a quelle normali, crescita lenta, minore probabilità di diffusione.
  • Grado 2: cellule con caratteristiche intermedie tra grado 1 e grado 3, con un comportamento meno prevedibile.
  • Grado 3: cellule molto anomale, crescita rapida e maggiore tendenza a diffondersi.

Terapie

Dopo la diagnosi, il Gruppo Interdisciplinare valuta attentamente diversi fattori — come lo stadio e l’aggressività del tumore, l’età e lo stato di salute del paziente — per definire un percorso di cura personalizzato.

Nei tumori superficiali, il trattamento principale è la rimozione del tumore tramite resezione transuretrale, seguita spesso da chemioterapia o immunoterapia locale nella vescica per ridurre il rischio di recidive.

Nei tumori infiltranti, più aggressivi e che coinvolgono lo spessore della parete vescicale, l’intervento endoscopico non basta: si inizia con un ciclo di chemioterapia o immunoterapia per ridurre la malattia, seguito dopo circa tre mesi dall’asportazione chirurgica della vescica (cistectomia) o dalla radioterapia.

Per tumori avanzati o metastatici, le cure comprendono diverse opzioni, tra cui chemioterapia, immunoterapia e trattamenti mirati ad alleviare i sintomi.

Infine, per alcuni pazienti con tumori particolarmente aggressivi e resistenti alle terapie standard, è possibile accedere a terapie sperimentali tramite studi clinici. Questa opportunità viene proposta solo se valutata fattibile dal Gruppo Interdisciplinare e discussa insieme al paziente per una scelta condivisa.

Chirurgia

La chirurgia per il tumore della vescica consiste nell’asportazione solo del nodulo tumorale (resezione vescicale transuretrale), in caso di tumore superficiale e in stadio iniziale, oppure nell’asportazione dell’intera vescica (cistectomia radicale) in caso di tumore più esteso e aggressivo.

Resezione vescicale transuretrale (TURB)

È un intervento di tipo conservativo che consiste nell’eliminazione del tumore per via endoscopica, passando attraverso l’uretra (il canale che collega la vescica con l’esterno). Questa procedura, che si svolge in anestesia spinale o generale, viene eseguita in sala operatoria.

Tramite uno strumento tubolare dotato di fibre ottiche introdotto nella vescica lungo l’uretra, il chirurgo visualizza il tumore e lo elimina dalla superficie della vescica con un elettrobisturi.

Al paziente verrà quindi applicato un catetere, che dovrà portare per alcuni giorni dopo l’intervento. Di solito il ricovero si conclude 48 ore dopo l’intervento e dopo poche settimane il paziente può riprendere la normale attività fisica.

Cistectomia radicale

Questo intervento consiste nell’asportazione dell’intera vescica e dei linfonodi. All’Istituto di Candiolo può essere effettuato con un approccio mininvasivo e con l’utilizzo della chirurgia robotica qualora indicato: attraverso sei minuscole incisioni di circa 1 centimetro vengono inseriti gli strumenti laparoscopici che vengono manovrati dal chirurgo tramite una consolle esterna.

Grazie a una visione tridimensionale e ad alta definizione, e all’eliminazione del tremore umano, l’intervento si svolge con estrema precisione e permette di preservare, quando possibile, i nervi e i tessuti muscolari. Per il paziente questo implica un recupero più rapido, minori complicazioni e una breve degenza ospedaliera.

In particolare la cistectomia con chirurgia robotica, nella maggior parte dei casi, permette di risparmiare nell’uomo i nervi fondamentali per l’erezione e nella donna di conservare utero, ovaie e vagina, preservando le funzioni sessuali di entrambi.

L’asportazione della vescica implica la creazione di una via alternativa attraverso la quale eliminare l’urina (deviazione urinaria). Può essere esterna, tramite un’apertura nella parete addominale (stoma) collegata a un sacchetto, oppure il chirurgo può creare un serbatoio interno per l’urina (neovescica) usando una porzione dell’intestino che viene collegata all’uretra. La neovescica necessita di essere svuotata periodicamente e il paziente dovrà apprendere un nuovo modo di urinare: per questo è prevista una riabilitazione specifica.

Radioterapia

La radioterapia può essere un’alternativa all’intervento di cistectomia nei casi di tumore infiltrante che non è ancora cresciuto al di fuori della vescica e per i pazienti non operabili a causa di altre patologie compresenti.

Il trattamento radioterapico si effettua dopo la resezione endoscopica e in associazione alla chemioterapia e consente di eliminare completamente le eventuali cellule di malattia rimaste all’interno della vescica, senza asportarla.

La radioterapia è somministrata mediante l’uso di un macchinario che indirizza un fascio mirato di radiazioni dall’esterno del corpo direttamente sulla vescica, a dosi giornaliere. La terapia si svolge in regime ambulatoriale e in genere prevede l’esecuzione di 5/7 sedute settimanali (dal lunedì al venerdì) per 4-7 settimane. Ogni seduta può durare dai 10 ai 30 minuti, ma l’irradiazione vera e propria dura solo pochi minuti.

All’Istituto di Candiolo sono disponibili anche apparecchi radioterapici di ultima generazione che permettono di effettuare il trattamento con estrema precisione, in tempi più brevi (anche solo una settimana) e con lievi effetti collaterali:

    • Radioterapia conformazionale 3D, cioè modellata sul tumore

    • Radioterapia a intensità modulata, dove la dose di radiazioni è distribuita in modo ancora più preciso intorno al tumore

    • Radioterapia guidata dalle immagini, che permette di seguire i movimenti naturali del paziente, come la respirazione.

    • Adaptive Radioteraphy, che consente di adattare l’area di irradiazione in tempo reale a seconda delle caratteristiche anatomiche del paziente e dei movimenti delle zone circostanti.

L’Istituto di Candiolo è uno dei pochi centri in Europa dotato di due apparecchiature per la Tomotherapy, una forma di radioterapia ad altissima precisione, oltre a un acceleratore True Beam, che permette di eseguire trattamenti molto mirati in tempi brevi.

Immunoterapia

L’immunoterapia consiste nell’utilizzo di farmaci in grado di ripristinare la capacità del sistema immunitario di attaccare e distruggere le cellule tumorali.

Per il tumore della vescica di alto grado ma ancora confinato nella vescica, si utilizza un farmaco contenente il bacillo di Calmette-Guerin (BCG) – lo stesso che si usava per vaccinare contro la tubercolosi – che, instillato nella vescica, stimola il sistema immunitario del paziente ad eliminare le cellule del cancro. Può essere somministrato, in associazione alla chemioterapia, dopo la resezione transuretrale per ridurre il rischio di ritorno di malattia, oppure prima della cistectomia per ridurre le dimensioni del tumore.

Il vaccino BCG viene somministrato direttamente in vescica tramite un catetere e lasciato per alcune ore prima di essere espulso. Le instillazioni possono essere eseguite ad intervalli settimanali o mensili per un periodo di 1 o 3 anni.

Altri farmaci immunoterapici sono utilizzati per il trattamento dei tumori della vescica avanzati o metastatici. In questi casi vengono somministrati per via endovenosa.

In particolare si sta studiando il farmaco immunoterapico Pembrolizumab che, somministrato prima dell’intervento chirurgico, sembra efficace nel far regredire o scomparire il tumore.

Chemioterapia

Con il termine chemioterapia si intendono i farmaci che eliminano le cellule tumorali sfruttandone la maggiore velocità di riproduzione rispetto a quelle sane. Poiché interferisce con i meccanismi di replicazione delle cellule, la chemioterapia danneggia anche le cellule sane dell’organismo causando importanti effetti collaterali che fortunatamente scompaiono una volta terminata la cura.

Nei tumori superficiali della vescica, la chemioterapia viene utilizzata in combinazione con l’immunoterapia dopo la resezione transuretrale, allo scopo di eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di ripresa della malattia.

La somministrazione avviene con instillazione endovescicale: il farmaco chemioterapico, in forma liquida, viene introdotto direttamente nella vescica attraverso un catetere inserito nell’uretra e mantenuto al suo interno per almeno un’ora prima di venire espulso.

In genere si eseguono più instillazioni a cadenza prima settimanale e poi mensile, ma lo schema può variare in base alle caratteristiche del tumore e al farmaco usato.

La procedura si esegue in regime ambulatoriale, è rapida e in genere non è dolorosa.

Nei tumori infiltranti invece la chemioterapia si somministra per via endovenosa. Può essere utilizzata – anche in associazione all’immunoterapia – sia prima dell’intervento di cistectomia o della radioterapia, allo scopo di ridurre le dimensioni del tumore, sia dopo l’intervento.

La somministrazione avviene attraverso cicli di trattamento a cadenza variabile (settimanale, trisettimanale). Le sedute si eseguono in regime ambulatoriale e possono durare da minuti a ore a seconda dei farmaci utilizzati.

Nei tumori avanzati o metastatici la chemioterapia associata all’immunoterapia si utilizza per rallentare la diffusione della malattia e per il trattamento delle metastasi

Supporto continuativo

Presso il nostro Istituto garantiamo un supporto costante prima, durante e dopo le cure, per accompagnare ogni paziente lungo tutto il percorso di trattamento e recupero.

Gestione degli effetti collaterali

Tutte le cure oncologiche comportano effetti collaterali che impattano più o meno pesantemente sulla qualità di vita del paziente. I trattamenti per il tumore della vescica, soprattutto l’asportazione della vescica nei casi di tumore infiltrante, comportano effetti collaterali importanti che cambiano la modalità di affrontare la vita quotidiana.

I medici e gli infermieri del team multidisciplinare sono a disposizione del paziente per fornirgli tutto il supporto necessario a gestire i diversi effetti collaterali che dovrà affrontare sia nel percorso di cura sia nella ripresa delle normali attività.

In particolare, ai pazienti che hanno subito la cistectomia, vengono fornite tutte le nozioni e l’assistenza su come gestire la derivazione urinaria esterna o la neovescica e viene offerto un percorso di riabilitazione per il pieno recupero delle funzioni urinaria e sessuale.

Supporto psicologico

L’impatto del tumore della vescica nella vita di una persona riguarda anche la sfera psicologica: ammalarsi di cancro infatti è sempre un avvenimento traumatico che investe tutte le dimensioni della persona e che può generare ansia, paura, rabbia, depressione.

Oltre a ciò il paziente con tumore della vescica a volte deve anche affrontare disfunzioni sessuali e problemi di incontinenza che possono compromettere ulteriormente la sua autostima.

Accanto alle terapie d’avanguardia, nel percorso terapeutico e assistenziale del tumore della vescica deve quindi esserci sempre anche un supporto di tipo psicologico che aiuti il paziente a gestire, oltre al dolore fisico, anche quello psicologico.

Per questo all’Istituto di Candiolo a ogni paziente che ne necessita è offerto un supporto psicologico qualificato, che lo aiuta ad affrontare positivamente la diagnosi, le cure e gli effetti collaterali delle terapie e a ridefinire il proprio ruolo sociale e lavorativo.

È possibile partecipare anche a gruppi di sostegno psicologico per confrontarsi con altre persone che hanno vissuto o vivono la stessa esperienza.

Linea diretta con gli specialisti

Per garantire un supporto tempestivo e diretto e ricevere risposte tempestive a dubbi e domande, all’Istituto di Candiolo è attivo un servizio di assistenza dedicato a tutti i pazienti.

Dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.00, è possibile contattare la segreteria del Day Hospital oncologico al numero 011.993.3775, segnalando la necessità di un consulto urgente.

Il paziente verrà rapidamente messo in contatto con il proprio medico specialista, per ricevere risposte chiare e un supporto immediato.

Cure continue e palliative

Il paziente oncologico è una persona con bisogni complessi che richiede un supporto multidisciplinare non solo per la malattia tumorale, ma anche per tutte le problematiche correlate.

All’Istituto di Candiolo, i pazienti che lo necessitano o lo richiedono possono accedere a specialisti in diverse aree per ricevere supporto nutrizionale, fisioterapia, terapia del dolore e gestione di altre patologie associate.

Assistenza sociale

Il Servizio Sociale dell’Istituto di Candiolo effettua colloqui di informazione e orientamento ai pazienti e ai loro familiari su come accedere ai servizi del territorio e su come ottenere le prestazioni assistenziali e previdenziali previste dalla legge (invalidità, agevolazioni per ausili e protesi, congedi lavorativi ecc.).

Il servizio è attivo il mercoledì e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00 (telefono: 011 9933059).

Follow up

Con la conclusione del percorso di cura inizia il periodo di follow up durante il quale, mediante una serie di esami e di visite, vengono monitorati gli effetti collaterali delle terapie effettuate e la loro efficacia e si valuta il recupero del paziente.

Le visite di follow up sono importanti soprattutto per intercettare precocemente eventuali recidive, in modo da intervenire con una terapia idonea.

L’eventualità di una recidiva dopo un primo tumore della vescica infatti è piuttosto alta, perciò è necessaria un’accurata sorveglianza.

La frequenza delle visite di controllo dipende dallo stadio della malattia, dalle terapie e dallo stato di salute del paziente.

In generale, se il paziente ha avuto un tumore superficiale, è necessario eseguire una cistoscopia ogni tre mesi per due anni, poi ogni sei mesi per due anni e infine annualmente, ogni volta associata all’analisi delle urine.

Dopo l’asportazione radicale della vescica (cistectomia) sono indicati vari esami, che possono variare a seconda dei sintomi e dei referti medici, e che vanno eseguiti inizialmente ogni sei mesi, in seguito una volta l’anno.

Gruppo Interdisciplinare

Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.

Divisioni cliniche

Il percorso diagnostico-terapeutico del tumore alla vescica a Candiolo coinvolge diverse divisioni cliniche, tra cui:

Studi clinici

All’Istituto di Candiolo sono in corso diversi studi sperimentali e clinici, nell’ambito di progetti nazionali e internazionali, sul tumore della vescica:

  • studi per l’identificazione di nuovi marcatori molecolari che potrebbero permettere una diagnosi precoce e non invasiva della malattia attraverso un esame delle urine;
  • ricerca delle mutazioni specifiche che possano aiutare a identificare precocemente i tumori, a dare informazioni sulla loro evoluzione e a sviluppare farmaci mirati;
  • nell’ambito della chirurgia robotica, sono in corso specifici studi clinici per individuare e standardizzare i benefici derivati dall’utilizzo di questo approccio sui pazienti con tumore della vescica.

Perché sceglierci

All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente affetto da tumore del tumore della vescica è seguito in modo altamente specializzato, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato.

Esperienza clinica e approccio su misura

Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico dei tumori dell’esofago. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico e personale di ciascun paziente.

Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata

La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.

Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche.

Tecniche chirurgiche mininvasive e multidisciplinarietà

Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopiche o toracoscopiche), che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.

Ricerca clinica e accesso ai trial

In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica una forte vocazione alla ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.

Cura e supporto in ogni fase del percorso

Il Gruppo Interdisciplinare di Cura si prende cura della persona in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.