Tumori della vulva

Patologia

Il tumore della vulva è un tumore relativamente raro che rappresenta circa il 3-5% dei tumori dell’apparato genitale femminile. In Italia si registrano ogni anno circa 1.200 nuovi casi, la maggior parte dei quali in donne in età matura. L’incidenza, infatti, aumenta con l’età: circa 9 donne su 10 ricevono la diagnosi dopo i 60 anni.

La vulva è la parte più esterna dell’apparato genitale femminile e comprende le grandi e le piccole labbra, il vestibolo (cioè l’apertura vaginale), il clitoride e il perineo, la zona di cute compresa tra vagina e ano. Il tumore colpisce più frequentemente le grandi labbra, ma può svilupparsi in tutte le aree della vulva.

Il tumore della vulva è una malattia che impiega generalmente molti anni per svilupparsi. Spesso è preceduto da lesioni pre-invasive, cioè alterazioni dei tessuti che non sono ancora tumore, ma che nel tempo possono trasformarsi in forme maligne. Queste lesioni possono essere causate da infezione da Papillomavirus umano (HPV) oppure da dermatosi croniche vulvari, come il lichen scleroso.

La diagnosi precoce è fondamentale per una prognosi più favorevole: infatti, se identificato nelle fasi iniziali, il tumore della vulva può essere curato con successo e circa 3 donne su 4 non presentano più segni di malattia a distanza di 5 anni.

Tipologie

  • Carcinoma squamocellulare (85-90% dei casi): derivato dalle cellule squamose che rivestono la vulva;
  • Melanoma maligno (2–5% dei casi): tumore pigmentato simile a un neo scuro;
  • Adenocarcinoma (1–3% dei casi): si sviluppa dalle ghiandole di Bartolini;
  • Altri tumori rari: staminali come sarcoma o carcinoma di Paget.

Sintomi

Nei primi stadi il tumore può essere asintomatico o confuso con condizioni benigne. All’inizio può manifestarsi con cambiamenti della pelle, che può apparire più sottile, arrossata o più scura rispetto alle zone vicine.

Con il tempo può comparire un nodulo bianco o rosso dalla superficie irregolare, talvolta accompagnato da prurito, dolore, bruciore o da piccole ferite che tendono a non guarire.

Fattori di rischio

Di solito questo tipo di neoplasia insorge su lesioni precancerose correlate all’infezione da Papilloma virus umano (HPV) o su condizioni infiammatorie croniche (come il lichen sclerosus genitale). I principali fattori di rischio noti sono:

  • età (sopra i 60 anni);
  • infezione da Papillomavirus umano (HPV);
  • fumo di sigaretta;
  • presenza di lichen sclerosus o altre condizioni infiammatorie croniche (es. morbo di Paget).

Altri fattori che possono predisporre a un maggior rischio sono:

  • sistema immunitario indebolito;
  • presenza di lesioni precancerose (displasia) o tumori in altre aree come la cervice, la vagina o l’ano;
  • malattia granulomatosa cronica.

Diagnosi ed esami

Il percorso diagnostico del tumore della vulva inizia con una visita ginecologica specialistica, durante la quale il medico raccoglie la storia personale e familiare della paziente, valuta i sintomi e procede con un’accurata ispezione dell’area genitale e inguinale, oltre a una visita ginecologica completa. Se durante la valutazione emerge il sospetto di una lesione tumorale, viene eseguita una biopsia, cioè il prelievo di un piccolo frammento di tessuto da analizzare al microscopio. Questo esame è fondamentale perché consente di confermare o escludere con certezza la presenza del tumore. In alcune situazioni, quando la lesione è molto piccola o poco evidente, lo specialista può ricorrere alla vulvoscopia, un’indagine che permette di osservare meglio la zona interessata e guidare l’eventuale prelievo.

Per stabilire con precisione l’estensione della malattia ed eventuali coinvolgimenti dei linfonodi inguinali, possono essere utilizzati esami di imaging come:

  • Risonanza magnetica (RM)
  • PET/TC
  • Tomografia computerizzata (TC)

La diagnosi precoce e la presa in carico tempestiva sono elementi fondamentali: quanto prima la malattia viene identificata, tanto più efficaci e mirati possono essere i trattamenti disponibili.

Stadiazione

Il tumore della vulva viene suddiviso in quattro stadi, secondo i criteri stabiliti dalla Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO):

  • Stadio IV: il tumore è più avanzato, può raggiungere strutture più profonde come vescica o retto, fissarsi all’osso pelvico o dare metastasi a distanza;
  • Stadio I: il tumore è localizzato esclusivamente nella vulva o nel perineo e non ha raggiunto i linfonodi;
  • Stadio II: il tumore può estendersi ai tessuti vicini, come la parte inferiore dell’uretra, della vagina o dell’ano, ma senza interessamento dei linfonodi;
  • Stadio III: la malattia coinvolge i linfonodi della regione inguinale o femorale e può invadere i tessuti circostanti.

Questa classificazione è molto importante perché permette al medico di capire quanto la malattia sia estesa e di scegliere il trattamento più appropriato.

Terapie

Per selezionare l’adeguato trattamento per questa patologia è fondamentale tenere in considerazione l’età della paziente, le sue patologie, il tipo di malattia, la posizione e l’estensione della stessa.

Lesioni pre-cancerose

Quando si tratta di lesioni precancerose, può essere sufficiente un intervento conservativo come la chirurgia laser, che permette di rimuovere o vaporizzare le cellule alterate senza asportare tessuto in eccesso.

Intervento chirurgico

Nei casi di tumore invasivo, la chirurgia vulvare è il trattamento principale e ha sia una funzione terapeutica che sintomatica. L’intervento può essere più o meno esteso a seconda della dimensione e della diffusione del tumore. Spesso è necessario rimuovere anche i linfonodi inguinali, poiché rappresentano la prima sede in cui il tumore potrebbe diffondersi.

In particolare:

    • il linfonodo sentinella è il primo linfonodo che riceve il drenaggio linfatico dalla zona colpita dal tumore. La sua asportazione permette di verificare se il tumore si è diffuso senza dover rimuovere tutti i linfonodi della regione, riducendo il rischio di complicanze come il linfedema;

    • in base allo stadio della malattia e alla localizzazione del tumore, può essere necessario rimuovere tutti i linfonodi inguinali, unilateralmente o bilateralmente.

Ricostruzione post-chirurgica

Dopo la vulvectomia (rimozione totale o parziale della vulva), la ricostruzione vulvare è estremamente importante, sia per motivi psicologici che per migliorare la qualità della vita. Quando l’asportazione riguarda una porzione significativa di tessuto, l’intervento di un chirurgo plastico può garantire una ricostruzione più funzionale ed estetica.

Radioterapia, chemioterapia e altre terapie

La chirurgia in alcuni casi si associa al trattamento radioterapico o chemioterapico a seconda dello stadio di malattia.

Infine, sono in fase di studio nuove terapie mirate, progettate per colpire specifici bersagli sulle cellule tumorali, e l’immunoterapia, che mira a stimolare il sistema immunitario contro il tumore. Queste opzioni sono attualmente disponibili solo in contesti sperimentali e potrebbero in futuro ampliare le possibilità di trattamento.

Supporto continuativo

Presso il nostro Istituto garantiamo un supporto costante prima, durante e dopo le cure, per accompagnare ogni paziente lungo tutto il percorso di trattamento e recupero.

Supporto psicologico

L’impatto del tumore nella vita di una persona riguarda anche la sfera psicologica: ammalarsi di cancro infatti è sempre un avvenimento traumatico che investe tutte le dimensioni della persona e che può generare ansia, paura, rabbia, depressione.

All’Istituto di Candiolo, accanto alle terapie d’avanguardia, il percorso terapeutico e assistenziale comprende sempre un supporto psico-oncologico qualificato che aiuta il paziente ad affrontare positivamente non solo le cure ma anche la delicata fase di recupero fisico e psicologico.

È possibile partecipare anche a gruppi di sostegno psicologico per confrontarsi con altre persone che hanno vissuto o vivono la stessa esperienza.

Gestione delle urgenze e degli effetti collaterali 

La paziente oncologica è spesso una paziente fragile, che nel suo percorso di malattia necessita di aiuto e supporto: quando avverte un disturbo, legato alla malattia o a un effetto collaterale della terapia, deve poter ricevere il parere di uno specialista in tempi rapidi, attraverso una “corsia preferenziale”.

Per questo motivo, all’Istituto di Candiolo è attivo tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00, un servizio di assistenza: basta telefonare alla segreteria del Day Hospital oncologico (011 993 3775) segnalando la necessità di un consulto urgente e il paziente viene rapidamente contattato dal proprio medico specialista.

Cure continue e palliative

Il paziente oncologico è una persona con bisogni complessi che richiede un supporto multidisciplinare non solo per la malattia tumorale, ma anche per tutte le problematiche correlate.

All’Istituto di Candiolo, i pazienti che lo necessitano o lo richiedono possono accedere a specialisti in diverse aree per ricevere supporto nutrizionale, fisioterapia, terapia del dolore e gestione di altre patologie associate.

Follow-up

Dopo il termine delle terapie, il follow-up è fondamentale per monitorare la salute della paziente e individuare precocemente eventuali recidive. Le linee guida europee di ginecologia oncologica (società ESGO) raccomandano:

  • visite ginecologiche: ogni 3-6 mesi nei primi due anni, poi ogni 6 mesi per i successivi tre anni;

  • Pap test: una volta all’anno per controllare la salute delle cellule della cervice;

  • esami strumentali e del sangue: come ecografie, TAC o risonanza magnetica, da eseguire solo se indicato dal medico, secondo le necessità e lo stadio della malattia.

Il follow-up personalizzato consente di intervenire tempestivamente in caso di nuovi segnali e di garantire un monitoraggio attento e sicuro nel tempo.

Assistenza sociale

Il Servizio Sociale dell’Istituto di Candiolo effettua colloqui di informazione e orientamento ai pazienti e ai loro familiari su come accedere ai servizi del territorio e su come ottenere le prestazioni assistenziali e previdenziali previste dalla legge (invalidità, agevolazioni per ausili e protesi, congedi lavorativi ecc.).

Il servizio è attivo il mercoledì e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00 (telefono: 011 9933059)

Gruppo Interdisciplinare

Ogni tumore richiede, in tutte le fasi di gestione della malattia, un approccio multidisciplinare che all’Istituto di Candiolo è garantito da un team di diversi specialisti, appartenenti ai vari dipartimenti clinici e chirurgici dell’Istituto: questo team si chiama GIC (Gruppo Interdisciplinare di Cure). Il GIC assicura la presa in carico di ogni paziente per tutto l’iter diagnostico-terapeutico, comprese la prescrizione e la prenotazione degli esami e la comunicazione con il malato e con i suoi familiari. Il GIC definisce e condivide un percorso di cura personalizzato per ogni paziente, basato non solo sulla tipologia e lo stadio del tumore, ma anche sulle caratteristiche del paziente stesso. L’obiettivo è quello di garantirgli il risultato migliore dal punto di vista sia oncologico sia funzionale e il mantenimento di una buona qualità di vita.Il Gruppo lavora inoltre in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Istituto per garantire ai pazienti un rapido accesso alle novità prodotte dalla ricerca nello screening, nella diagnosi e nelle terapie.

Divisioni cliniche

Il percorso diagnostico-terapeutico del tumore della vulva a Candiolo coinvolge diverse divisioni cliniche, tra cui:

Studi clinici

I ricercatori dell’Istituto di Candiolo sono attualmente impegnati in diversi progetti, nazionali e internazionali, sui tumori ginecologici. 

I principali riguardano la ricerca clinica, traslazionale e molecolare, oltre a numerosi studi clinici sperimentali su nuovi farmaci chemioterapici e sulla immunoterapia.

Inoltre sono attivi protocolli sperimentali chirurgici sulla stadiazione linfonodale per il carcinoma della cervice e linfonodo sentinella.

Perché sceglierci

All’Istituto di Candiolo IRCCS, ogni paziente affetta da tumore della vulva è seguita secondo canoni di altissima specializzazione, grazie al lavoro sinergico di un Gruppo Interdisciplinare di Cura (GIC) dedicato.

Esperienza clinica e approccio su misura

Grazie all’elevato numero di casi trattati ogni anno, l’Istituto di Candiolo è un riferimento nazionale per la presa in carico dei tumori dell’esofago. L’esperienza maturata consente di affrontare anche le situazioni più complesse, sempre con un approccio personalizzato, costruito sul profilo clinico e personale di ciascun paziente.

Tecnologie di imaging e diagnostica avanzata

La definizione del piano terapeutico parte sempre da una diagnosi accurata e tempestiva. I pazienti hanno accesso a tecnologie di imaging di ultima generazione, che permettono una valutazione precisa dell’estensione della malattia.

Inoltre l’Istituto offre indagini di laboratorio avanzate e sofisticate, comprese analisi molecolari e genomiche, fondamentali per identificare caratteristiche biologiche del tumore e orientare le decisioni terapeutiche.

Tecniche chirurgiche mininvasive e multidisciplinarietà

Quando indicata, la chirurgia viene eseguita con tecniche mininvasive (laparoscopiche o toracoscopiche), che riducono il trauma operatorio, favoriscono un più rapido recupero e migliorano la qualità di vita post-intervento. Ogni scelta terapeutica viene definita all’interno del GIC, garantendo un approccio coerente e integrato.

Ricerca clinica e accesso ai trial

In quanto IRCCS, l’Istituto di Candiolo unisce alla pratica clinica una forte vocazione alla ricerca scientifica. I pazienti possono essere valutati per l’inserimento in trial clinici attivi, che rappresentano una possibilità concreta di accedere a terapie innovative, non ancora disponibili nella pratica standard. La collaborazione tra cura e ricerca è un valore distintivo che si traduce in opportunità concrete per il paziente.

Cura e supporto in ogni fase del percorso

Il Gruppo Interdisciplinare di Cura si prende cura della persona in ogni fase: dalla diagnosi alla terapia, fino al follow-up, con attenzione al supporto nutrizionale, alla salute psicologica e al reinserimento nella vita quotidiana. L’organizzazione dei controlli, delle visite e delle terapie è pensata per garantire continuità e serenità, valorizzando sempre la dimensione umana della cura.