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Novembre 20, 2025 | #Chirurgia, #Storie di pazienti

Affrontare la diagnosi con serenità e fiducia

La storia di Gianluca

La storia di Gianluca, 51 anni, è una testimonianza preziosa per molti uomini. Un racconto ricco di consapevolezza, coraggio e fiducia, che può aiutare chi si trova di fronte a una diagnosi difficile a sentirsi meno solo. Proprio per questa ragione, Gianluca ha scelto di condividere il suo percorso noi.

Tutto è iniziato quasi per caso, con un semplice controllo del sangue. Il valore del PSA era sorprendentemente alto. Da lì, una visita dall’urologo di riferimento, ulteriori controlli, una risonanza e infine la biopsia eseguita in un ospedale della sua zona.

Il risultato ha lasciato pochi dubbi: tumore alla prostata.

«È stato come ricevere un mattone in testa», ricorda Gianluca. «Ma dal giorno dopo ho capito che l’unica strada era affidarmi a professionisti seri. La testa fa tantissimo quando affronti una patologia così».

Spinto dal desiderio di trovare un centro specializzato, gli è stato consigliato l’IRCCS di Candiolo. Non lo conosceva, ma il suggerimento arrivato dai medici che lo avevano seguito fin lì lo ha convinto a rivolgersi a noi. Fin dal primo contatto, qualcosa lo ha colpito: «Ho fissato la prima visita al CAS e dopo pochi giorni ero già lì. TAC e PET programmate nel giro di una settimana. Un’organizzazione che non avevo mai visto».

Una volta completati gli esami, gli sono state presentate due opzioni: radioterapia o intervento chirurgico. Gianluca ha scelto la chirurgia, seguendo il parere del team medico. L’operazione di rimozione della neoplasia e della prostata, eseguito dall’équipe guidata dal Prof. Francesco Porpiglia, è perfettamente riuscita. Adesso il peggio è passato e se il PSA resterà a zero, o entro la soglia minima, non sarà necessario alcun trattamento aggiuntivo.

A Candiolo, però, Gianluca ha trovato molto più di un percorso clinico chiaro. Ha trovato umanità.

«Fin da subito ho percepito la centralità del paziente. Non mi sono mai dovuto preoccupare di nulla, neanche degli aspetti burocratici. È tutto semplice, tutto fluido. È un mondo dove gli uffici, i medici, gli infermieri… comunicano tra di loro in tempo reale».

E poi ci sono quei dettagli che restano impressi: «Lo sguardo di un’infermiera nel corridoio che ti riconosce, anche se vede migliaia di pazienti. O i medici che mesi dopo incontro per caso in ascensore, che smettono di parlare e si interessano subito a come sto. Sono piccole cose che però ti rimangono dentro».

Questo viaggio, complesso ma affrontato con serenità, ha cambiato profondamente il suo modo di guardare la vita.

«Ho capito quali sono davvero le cose importanti. La salute, prima di tutto. Ho dovuto prendere decisioni importanti e ho imparato a dare il giusto peso alle cose. Sembra assurdo, ma finché non succede a te non realizzi quanto possa capitare davvero a chiunque».

Gianluca lo dice chiaramente: la prevenzione maschile è ancora poco percepita. «C’è più stigma rispetto ai tumori femminili. Molti uomini evitano controlli o visite specialistiche. Ma il tumore alla prostata è molto lento a svilupparsi e la tempestività nel diagnosticarlo salva letteralmente la vita. I controlli sono fondamentali».

Il suo messaggio per gli altri uomini è semplice, diretto e pieno di realismo: «Non è un percorso facile, ma si può fare. La paura è normale, ma non serve drammatizzare. La vita cambia, sì, cambiano le abitudini, ma con il supporto dei professionisti giusti si può affrontare tutto e uscirne. Il mio consiglio? Affrontare la situazione con serenità».